Nel 2017, l’adroterapia è stata riconosciuta nei LEA, e quindi a carico del Servizio Sanitario, in dieci famiglie di tumori, tra cui alcuni cordomi e condrosarcomi della base del cranio, i sarcomi dei tessuti molli e sarcomi ossei e le recidive già sottoposte a radioterapia. Si offre di seguito un approfondimento per esplorare con maggiore dettaglio le caratteristiche di questo trattamento.
Che cos’è l’adroterapia
L’adroterapia è una particolare forma innovativa di radioterapia ad alta energia, che utilizza fasci accelerati di ioni carbonio e di protoni anziché i raggi X.
Perché è utilizzata nei sarcomi
L’adroterapia è particolarmente indicata nei sarcomi che non rispondono bene alle radiazioni “classiche”, a raggi X, che andrebbero a compromettere le funzioni di organi vitali vicini al tumore. È più efficace e più specifica della radioterapia tradizionale: colpisce con molta potenza le cellule tumorali mentre risparmia il tessuto sano circostante. Ma, dato il suo costo elevato, il suo utilizzo va riservato a casi particolari.
In quali casi viene proposta
Nei sarcomi, l’adroterapia è utilizzata quando il tumore è troppo esteso, e la sua rimozione completa sarebbe troppo demolitiva, o quando ha una localizzazione che lo rende difficilmente operabile. È utilizzata anche dopo la chirurgia e la chemioterapia, come trattamento adiuvante, nella logica di combattere il tumore con un’arma in più.
Come funziona l’adroterapia
Nell’adroterapia le cellule neoplastiche sono colpite con estrema precisione da fasci di ioni Carbonio (atomi di Carbonio che hanno perso gli elettroni) o di protoni (atomi di idrogeno che hanno perso gli elettroni) ad altissima energia, di milioni di elettrovolt (Mev, unità di misura dell’energia utilizzata solo per i fenomeni su scala atomica e nucleare). Per produrre tale energia i fasci di particelle subatomiche sono accelerati in una grande ciambella lunga 80 m e dal diametro di 25 m, detta sincrotrone; lì sono accelerati fino a raggiungere velocità dell’ordine delle decine di migliaia di chilometri al secondo. Quindi i fasci sono inviati in una delle sale di trattamento (ce ne sono 3 in tutto), dove, entrando dall’alto (grazie a una deviazione provocata da un magnete di 150 tonnellate) colpiscono il tumore bersaglio con una precisione di pochi decimi di millimetro. Aumentando man mano l’energia si riescono a raggiungere anche gli strati più interni della massa tumorale.
Quanto dura un trattamento
La singola seduta di trattamento ha una durata media di circa 30 minuti. A parte il tempo dedicato all’immobilizzazione personalizzata e alla verifica del posizionamento, l’irraggiamento dura pochi minuti.
Come faccio a sapere se l’adroterapia è indicata nel mio caso
Innanzitutto conviene parlarne con i medici che hanno in cura il caso e, se loro lo consigliano, rivolgersi per mail a serviziomedico@cnao.it
L’adroterapia è passata dal Servizo Sanitario Nazionale
Nel 2017, l’adroterapia è stata riconosciuta nei LEA, e quindi a carico del Servizio Sanitario, in dieci famiglie tumorali, che comprendono alcuni cordomi e condrosarcomi della base del cranio, i sarcomi dei tessuti molli e sarcomi ossei, le recidive già sottoposte a radioterapia.
L’iter per accedere ai trattamenti
Perché il proprio caso clinico sia valutato dai radioterapisti del CNAO, bisogna inviare una documentazione completa, via mail o attraverso un canale protetto. Per maggiori indicazioni, vedi www.fondazionecnao.it/it/come-accedere-ai-trattamenti